sabato 7 novembre 2015

nell'Italia repubblicana, due assassini come Presidenti: Pertini e Scalfaro

Nell'Italia repubblicana: Due assassini come presidenti e re                                                                       Giorgio, altro presidente nominato dai massoni, che nel 1956                                                                   disse: I carri armati che hanno invaso l'Ungheria e che                                                                             sparano a Budapest sulla folla inerme portano la democrazia.

Alessandro Pertini, detto Sandro (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990), è stato un politico,giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, secondo socialista (dopo Giuseppe Saragat e primo esponente del PSI a ricoprire la carica. C'è da dire che Sandro Pertini, peraltro ritenuto un utile idiota da molti suoi stretti "compagni" e collaboratori ideologici e politici, fu una persona crudele, falsa ed ipocrita, ma il regime rothschildiano, imposto militarmente in Italia dagli "alleati" di Rothschild fin dal 1943 ai nostri giorni, se ne è sempre servito spregiudicatamente per i suoi loschi e criminali intrighi contro il popolo italiano, usando a suo favore il proprio monopolio mediatico sulla stampa e sulla televisione in Italia per dipingerlo come un "bravuomo", al fine di mostrare al pubblico un suo preteso lato umano positivo che egli, in realtà, non aveva affatto. Ha saputo sfruttare però l'immenso potere mediatico della televisione. Ogni volta che s'accorgeva della presenza delle telecamere recitava la parte dell'uomo che sta dalla parte del Popolo. Il suo ipocrita comportamento sta venendo alla luce e solo ora il Popolo italiano si sta accorgendo delle manovre di facciata. Basta ricordare il comportamento di Pertini durante l'incidente di Vermicino accaduto al povero Alfredino Rampi, che cadde in un pozzo e che vi morì nell'aprile del 1981. Basta ricordare il suo comportamento durante la finale di coppa del mondo di calcio l'11 luglio del 1982. Tutto il suo comportamento (ipocrita) davanti alle telecamere per ingannare gli italiani.

il signor Pertini Alessandro, detto Sandro, settimo presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, nel 1945 fece fucilare senza pietà la bella attrice italiana Luisa Ferida, incinta ed innocente. 
Luisa Ferida, nome d'arte di Luigia Manfrini Farné (Castel San Pietro Terme, marzo1914 – Milano, 30 aprile 1945), è stata un'attrice italiana. Fu una delle più note e capaci attrici del cinema italiano nel decennio 1935-1945. Aderente al fascismo e allaRepubblica Sociale Italiana, venne fucilata dai partigiani, assieme al marito, l'attore Osvaldo Valenti. Luisa Ferida era incinta ed innocente. Non aveva commesso nessun crimine. L'ordine di fucilarla insieme agli altri arrivò dal signor Pertini Alessandro, detto Sandro.

  Luisa Ferida e Osvaldo Valenti
A soli 31 anni ed incinta di un bambino, la Ferida fu uccisa dai partigiani all'Ippodromo di San Siro a Milano assieme a Valenti il 30 aprile 1945, Sembra ormai accertato, sulla base delle dichiarazioni rese da Vero Marozin in sede processuale ("Quel giorno - 30 aprile 1945 - Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: "Fucilali, e non perdere tempo!") che il futuro Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini abbia avuto pesanti responsabilità morali nell'uccisione della Ferida e di Valenti (v."Odissea Partigiana" di Vero Marozin - 1966 - "Luisa Ferida, Osvaldo Valenti - ascesa e caduta di due stelle del cinema" di Odoardo Reggiani - Spirali 2001). Pertini, oltretutto, si rifiutò di leggere il memoriale difensivo che Valenti aveva elaborato durante i giorni di prigionia, nel quale erano contenuti i nomi dei testimoni che avrebbero potuto scagionare i due attori da ogni accusa. La casa milanese di Valenti e della Ferida venne svaligiata pochi giorni dopo la loro uccisione. Fu rubato un autentico tesoro, di cui si perse ogni traccia.
Quando lo veniamo a sapere, stentiamo a crederci. Ma verifichiamo e riverifichiamo la cosa e alla fine dobbiamo arrenderci. E' proprio così! Per quanto la cosa ci possa sembrare assurda, falsa, pazzesca fino ad essere criminale, è proprio così. Pluriassassini sono stati fatti diventare personaggi di spicco, personaggi esemplari della cosa pubblica: consiglieri, sindaci, presidenti, deputati, senatori, ministri e persino Presidenti della "Repubblica Italiana". Ma che senso ha, una tale assurda, folle, malvagia perversità? La criminosa verità viene taciuta, nascosta, minimizzata e negata alla stragrande parte della pubblica opinione, proprio da chi ne ha il potere di farlo perché ha il controllo sullo stato, sui mass media, sui partiti. Si fa passare il messaggio in modo chiaro e forte, oscuro e subliminale che assassinare i nemici, gli avversari, i concorrenti, i diversi e gli estranei alla nostra parte, anche se neutrali, e l'eliminare senza scrupoli perfino alleati, amici e parenti qualora siano, per qualsiasi motivo, di ostacolo, inciampo, scomodi, inaffidabili, sospetti, etc. sia giusto e doveroso.
Dal 1943 nell'Italia massonica di Rothschild si continua a vivere di Antifascismo. Pertini, Togliatti, Amendola, Bentivegna, Carla Capponi e tutti i partigiani non devono essere considerati più eroi ma Assassini e Traditori della Patria. L'attentato di via Rasella del 23 marzo 1944 non fu un gesto eroico ma un attentato di pura vigliaccheria e tradimento verso il Popolo italiano. Gli autori di questo vile gesto non furono mai processati - (i libri di Storia raccontano crimini e malefatte di traditori e partigiani facendoli passare per gesta eroiche) -
Uccidere Claretta Petacci, Luisa Ferida, Giuseppina Ghersi, e tantissimi altri sostanzialmente innocenti, fu fatto fare da Rothschild , come sempre tramite agenti criminali e privi di scrupoli proprio per seminare il terrore e l'odio reciproco e la divisione in seno al Popolo Italiano e proprio personaggi come Sandro Pertini, Francesco Moranino, Arrigo Boldrini, Eugenio Fassino e tantissimi altri furono appunto strumenti di cui Rothschild si servi e si serve ancora adesso in Italia ed in tutto il Mondo.
Le uccisioni indiscriminate tra fascisti e comunisti in Italia furono fomentate al massimo dal "nuovo" potere degli Alleati" sotto l'egemonia USA al servizio del satanico Rothschild, proprio per creare una divisione in seno al Popolo Italiano che possiamo constatare che ancora adesso, a distanza di più 70 anni, non si sono completamente sanate. Nel 1945 il signor Pertini Alessandro, detto Sandro, tra le altre cose, oltre ad essere coinvolto in modo diretto nella decisione di assassinare Mussolini e Claretta Petacci, che aveva l'unica "colpa" di essere l'amante di Mussolini , ed in molte altre situazioni consimili, fece analogamente e sbrigativamente fucilare anche la bella attrice Luisa Ferida, la quale era del tutto innocente da responsabilità politiche di sorta,ma solo perché moglie di Osvaldo Valenti che era stato condannato a morte solo perché "fascista":
E' ora che la Storia raccontataci da "partigiani", assassini, ladri di galline e loro sostenitori venga riscritta. Ci hanno condannato all'odio con il loro fascismo ed antifascismo. Dopo più di 70 anni non lo abbiamo ancora capito.
UN ALTRO ASSASSINO COME PRESIDENTE !
Oscar Luigi Scalfaro (Novara, 9 settembre 1918 – Roma, 29 gennaio 2012) è stato un politico e magistrato italiano, nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.

Nel 1945 il signor Oscar Luigi Scalfaro, giovanissimo magistrato di 27 anni, condannò alla fucilazione almeno sei giovani perché simpatizzanti di Mussolini. Il condannato Domenico Ricci, conosciuto da Scalfaro personalmente, era innocente e padre di famiglia.
Oscar Luigi Scalfaro, a guerra finita, fece condannare alla fucilazione sei persone, di cui un giovane padre di famiglia che conosceva perfettamente ed era innocente !
Accusato dal pm Scalfaro e fucilato come fascista. Domenico Ricci era innocente, gli altri 5 furono fucilati perché simpatizzanti di Benito Mussolini. Nell’estate 1945, a guerra finita, l’allora 27settenne Oscar Luigi Scalfaro, futuro presidente della Repubblica italiana, sostenne con altri due colleghi la pubblica accusa al processo che vedeva imputati l’ex prefetto di Novara Enrico Vezzalini e i fascisti Arturo Missiato, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno, Raffaele Infante e Domenico Ricci. Dopo tre giorni di dibattimento fu chiesta per i sei la condanna a morte, eseguita il 23 settembre al poligono di tiro di Novara. 
Il giovanissimo Oscar Luigi Scalfaro, primo da destra, presenzia alla fucilazione dei sei condannati. 23 settembre 1945, a guerra finita.
Per i partigiani ammazzare una ragazzina, di 13 anni, non è reato.
Giuseppina e la madre vennero stuprate e ripetutamente picchiate ed il padre della bambina fu costretto ad assistere agli atti di femminicidio commessi, e nel mentre venne torturato sadicamente.
Durante gli abusi, i partigiani, non contenti di quello che avevano già rubato, chiesero più volte all’uomo di rivelare il nascondiglio dove era contenuto il denaro e altri beni preziosi. Dopo le violenze, i coniugi Ghersi vennero portati al Comando partigiano locale che li rinchiuse in carcere, mentre per Giuseppina si consumarono altri giorni di atroci sofferenze. Infine, il 30 aprile 1945, la bambina venne uccisa con un colpo di pistola e gettata su un mucchio di altri cadaveri davanti alle mura del Cimitero di Zinola.Un signore che passava nei dintorni testimoniò che: “Era un cadavere di donna molto giovane ed erano terribili le condizioni in cui l’avevano ridotta. Evidentemente avevano infierito in maniera brutale su di lei. L’orrore era rimasto impresso sul suo viso, una maschera di sangue con un occhio bluastro tumefatto e l’altro spalancato sull’inferno”. La storia di Giuseppina Ghersi è stata ricostruita nel dopoguerra grazie al padre, che il 29 aprile 1949 presentò al Procuratore della Repubblica di Savona un esposto di sei pagine.
Giuseppina Ghersi aveva solo 13 anni e fu condannata a morte dai partigiani per avere scritto un tema a favore del Duce

L'onestà, la correttezza, il rispetto delle leggi ed il senso del dovere verso lo Stato per questi potenti criminali non contano nulla. Essi architettano e congiurano contro chiunque, arbitrariamente e per qualsiasi motivo venga da loro ritenuto valido. Di fronte a tanta ragionata, calcolata, voluta, cosciente, organizzata e sistematica malvagità qual è mai la via di salvezza? Sapere, capire e prepararsi ed organizzare in ogni modo possibile la propria difesa ed il proprio contrattacco in tutti i modo possibili ed immaginabili. Bisogna capire che costoro sono i nostri peggiori nemici e quindi anche per noi deve essere chiaro che, pur volendo noi amare il nostro prossimo come noi stessi, combattterli e schiacciarli sia la cosa più giusta da fare.
Buoni sì ma fessi no. Alla guerra come alla guerra, tutto è valido in amore ed in guerra. Come si usa dire dalla nostre parti, per consolidata secolare esperienza popolare: A brigante, brigante e mezzo!...